domenica 24 maggio 2009

E poi se la gente sa e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare

Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971) è il quinto album registrato in studio di Fabrizio De André.Il cantautore genovese si è ispirato alla poetica di Edgar Lee Masters per scrivere i testi di questo album, ispirato non solo dall'autore americano e dagli epitaffi dell'Antologia di Spoon River, ma anche dalla traduzione del libro fatta da Fernanda Pivano.

Questa canzone si intitola "Il Suonatore Jones"ed è l'unica canzone che riporta lo stesso titolo della storia del libro, così come tradotta dalla Pivano (nell'orginale Fiddler Jones: per ragioni di metrica Jones nella versione di De André è un flautista, nell'originale è un violinista).


Questa è la poesia di Masters che ha ispirato il testo

Fiddler Jones

The earth keeps some vibration going
There in your heart, and that is you.
And if the people find you can fiddle,
Why, fiddle you must, for all your life.
What do you see, a harvest of clover?
Or a meadow to walk through to the river?
The wind's in the corn; you rub your hands
For beeves hereafter ready for market;
Or else you hear the rustle of skirts
Like the girls when dancing at Little Grove.
To Cooney Potter a pillar of dust
Or whirling leaves meant ruinous drouth;
They looked to me like Red-Head Sammy
Stepping it off, to "Toor-a-Loor."
How could I till my forty acres
Not to speak of getting more,
With a medley of horns, bassoons and piccolos
Stirred in my brain by crows and robins
And the creak of a wind-mill--only these?
And I never started to plow in my life
That some one did not stop in the road
And take me away to a dance or picnic.
I ended up with forty acres;
I ended up with a broken fiddle
And a broken laugh, and a thousand memories,
And not a single regret.



Questo è il testo della canzone di Fabrizio

Il suonatore Jones

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni
era il mio cuore,
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finì con i campi alle ortiche
finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco
e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto

Mi presento

Perché nasce questo blog? Lo saprei nel rispondermi a questa domanda: "Perché ormai sono venticinque i miei anni, dei trentuno che possiedo, dedicati alla scrittura ?", ma la risposta non la conosco. Forse, in fondo, è quella che scrivo nel mio romanzo d'esordio, "L'Autore di Ricordi", Boopen Editore (2009), riferendomi al protagonista:

"Da sempre per smaltire l’emozione che quasi lo impauriva, come per una forma di auto-terapia, scriveva, scriveva versi o canzoni e lo faceva con impegno e ansia, per il proprio piacere e per disperdere il dolore, dissipare la sofferenza, lasciare diluire l’amarezza dell’impossibile che sbranava il suo cuore tormentato".
"Quando scriveva, poco importava se era una poesia, una canzone, una fetta di quel romanzo che aveva iniziato a scrivere da almeno un anno. Poco importava se le melodie che strimpellava sulla sua chitarra classica da studio erano insignificanti o se invece valide come quelle che realizzava con la sua amata Gibson".

Mi chiamo Santolo, sono del 1978, originario di Napoli, una laurea in Chimica Industriale, il lavoro di assegnita di ricerca al cnr di Milano, dove mi occupo di sviluppare nuovi materiali per imballaggi alimentari, un romanzo edito, una raccolta di poesia pubblicata, un album di canzoni inedito, in veste di coautore. La necessità di scrivere.